Una bella giornata, con riserva


Mi sono alzata senza fretta, concedendomi la mia colazione preferita: tè verde, pane integrale, marmellata di fragole. Poi mi sono preparata per andare in centro. Ho fatto una lunga passeggiata, è pieno di turisti e di polline da far paura; la bella stagione è iniziata alla grande. Quando ne ho avuto abbastanza del sole e della gente, sono andata a rifugiarmi nell'ufficio di un amico. Mi sono accomodata sul suo divano comodo, ho fatto un po' di conversazione alternandola alla lettura del giornale.
Tempo di metterci al corrente sulle rispettive vite e sono uscita di nuovo andando verso la Feltrinelli di via Cerretani e poi alla Edison in piazza della Repubblica. Ho sfogliato qualche libro per aggiornarmi sulle ultime novità, capire se sia uscito qualche cosa di imperdibile (no, non è uscito niente del genere), finché mi ha raggiunta un'amica per il pranzo.
Abbiamo mangiato un boccone facendo conversazione. Dopo il caffè ci siamo salutate con molta calma. A quel punto sono andata a un appuntamento di lavoro sulle colline. Il cliente mi ha offerto un altro caffè e Baci Perugina. Abbiamo parlato con tranquillità di fronte a una finestra su al panorama mozzafiato della collina di Fiesole; i telefoni erano muti e non siamo mai stati interrotti. Adesso mi sento coccolata e appagata dalla bella giornata. Perché è una bella giornata.
Tuttavia poiché nella vita non esiste il godimento fine a sé stesso, adesso sono anche molto preoccupata. Il lavoro è calato. Tanto, per tutti. La crisi si percepisce chiaramente: è nell'aria, come questo maledetto polline che mi irrita occhi e naso di continuo; impossibile non farci caso. Siamo tutti in recessione. Godiamoci il sole, la conversazione con gli amici, le belle letture.

5 commenti:

  1. la crisi è nell'aria.... è vero, si sente chiraramente... io so che non sarà così facile uscirne. ci aspetta un periodo di sacrifici che al confronto quelli appena fatti sono acqua fresca...

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  2. con il solito gruppo di beoni abbiamo provato a giocare a "cosa tagliamo?", un elenco possibilmente spiritoso di ciò cui avremmo potuto/dovuto rinunciare a causa del ridotto potere d'acquisto.
    anche se tra noi ci sono persone che non temono per il loro lavoro (oddio, non temono troppo) e nonostante il tasso alcolico decisamente elevato, non siamo stati capaci di tirare fuori battute o facezie che non fossero venate di grande tristezza e ci siamo sentiti pure un pochino stronzi e privilegiati.

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  3. Cara Gatta, non so se sia il tuo caso, però mi mette tristezza constatare sempre più spesso che si sentano privilegiate persone che magari hanno solo uno straccio di stipendio regolare, o un contratto a tempo indeterminato e robe che dovrebbero essere ordinaria amministrazione per tutti. E' triste, maremma, ma come cavolo ci siamo ridotti? E forse è anche un po' colpa di tutti noi cittadini, abbiamo lasciato correre finché pareva che non ci sarebbero state conseguenze, non abbiamo tenute le antenne dritte e captato segnali che col senno di poi erano chiari, non ci siamo incazzati a sufficienza (te lo ricordi il pudore delle manifestazioni durante l'epoca berlusconi?), ci siamo fatti abbindolare dal futile.

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  4. Infatti, la cosa che fa rabbia, che brucia dentro, è proprio scoprire, giorno dopo giorno, che quello che dovrebbe essere un normale diritto (al lavoro, alla giusta remunerazione, al goderne i frutti) stia diventando, per colpa di una classe dirigente -non solo politica, attenzione!- un previlegio. Quando i veri previlegi stanno altrove, ben nascosti ai nostri occhi cui viene buttata in faccia della sabbia, facendoci credere che sia polvere d'oro.

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  5. Fa veramente scandalo che in questo paese quello che vale sono gli agganci e le conoscenze e non la reale bravura e competenza. Anche questo porta alla crisi. Però hai ragione, dobbiamo riscoprire il senso di comunità e goderci il tempo che ci avanza.

    ciao ciao

    complimenti per il blog.

    Ciccio

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