Eclisse del cervello




Giovanissimi, poco più che ventenni, sono seduti al tavolino accanto al mio.

Siamo all'aperto, al sole.

- Che ti prendo? - Dice lei entrando nel bar.

- Un caffè. - Risponde lui.

- E come lo vuoi? Normale o macchiato?

- Un caffè, uff - Ripete scocciato.

- Ho capito un caffè: ma normale o macchiato?

- E basta con questi “esotismi”, ti ho detto un caffè, dai - Sbotta lui.

- Ma quali “esotismi”? Ti ho chiesto solo se lo vuoi normale o macchiato. - Borbotta lei, entrando nel bar.

Appena solo, il ragazzo apre una borsa di cuoio sdrucita, tira fuori una copia di Ritorno al mondo nuovo edizione Oscar Mondadori e un astuccio scuro da cui estrae una pipa di radica e uno scovolino colorato. Si guarda intorno compiaciuto iniziando la pulizia.

Razzolo nello zaino e prendo ROMA (Tutto maiuscolo come sulle vecchie targhe). Il segnalibro è sparito, ma si apre alla pagina giusta. Comincio a leggere.

Il ragazzo pigia il tabacco nella pipa, con accuratezza estrema. Ogni tanto accarezza la copertina del libro.

Ritorna la tipa coi caffè. Mentre gliene porge uno dice con una vocina nasale:

- Insomma, ti dicevo. Devo dare l'esame ad aprile... ma è un esame enorme... Mostruoso, guarda. Mi sa che ne darò solo metà. Sì, darlo tutto è impossibile. E poi ci sono altre considerazioni da fare... riflessioni più profonde...

Il ragazzo non commenta. Finisce il caffè in una sorsata. Accende la pipa, tira una boccata intensa.

Mi viene la nausea per lui.

Lei continua ispirata:

- Pensavo... Ecco, pensavo... Vedo Luisa che lavora, e allora penso che anche io ho voglia di lavorare; mi viene da dire basta a tutto e iniziare come lei. Capisci? Iniziare a lavorare. La vedo così tranquilla, lei lavora e basta. Non ha tutte queste preoccupazioni. Ti rendi conto come deve essere la sua vita?

Si interrompe per sospirare.

Lui annuisce riflessivo, tenendo la pipa tra le labbra e dando due boccate rumorose.

La ragazza riprende il discorso:

- Non so, la sua mi sembra una vita molto più tranquilla della mia. Luisa non ha tutti questi casini – dice indicando la sua borsa da cui sbuca un pacco di fotocopie sbertucciate. Parla come una bambina piccola.

Lui continua ad annuire silenzioso, sempre con la pipa in bocca.

Lei dice:

- E poi la tesi, non mi ci far pensare. La tesi, non s'affronta. Come faccio?

Il ragazzo si riscuote. Appoggia, risoluto, la pipa sul tavolo, poi dice:

- Ah, semplice! La tesi è semplice. Io sono andato all'Abetone, in casa di mia zia, per due settimane. Senza vedere nessuno, capisci? Due settimane da solo.

Lei annuisce ammirata, guardandolo con gli occhi spalancati.

Lui le si avvicina come per baciarla, invece le dice:

- C'era solo la tesi. Ti rendi conto? Solo la tesi, lassù. L'ho scritta tutta e me la sono tolta. - Conclude, appoggiandosi allo schienale della sedia, esausto.

Lei annuisce pensierosa.

Lui impugna la pipa e dà una boccata profonda.

Lei lo guarda ispirata, gli dice:

- Lo so, io vorrei tanto essere come te. Ma per me è troppo stress, troppe preoccupazioni. Non ce la faccio. Penso a Luisa che lavora e anche io voglio quella vita, così semplice.

Lui annuisce grave ed entrambi guardano il cielo.



Mi alzo e vado a lavorare, dimenticandomi di guardare l'eclissi in atto.

2 commenti:

  1. gatta, ti leggo sempre perche' amo come descrivi queste situazioni quotidiane! il tuo ebook è propriobello e l'ho divorato!

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