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Il mistero di Google +

Prima mi sono persa nel mio profilo Gugolpiù.
Cercavo non ricordo più che cosa e ci sono finita dentro.
Toh, guarda, il mio profilo Gugolpiù, ho mormorato tra me e me, quasi incredula.
Mi pareva di essere finita in una dimensione alternativa, una realtà distopica che mi faceva sentire strana. Una sensazione leggermente sgradevole, come se qualcosa di indefinito non fosse a posto.

Ne ho approfittato per guardare meglio questo ecosistema alieno.

Neanche il tempo di un click che il profilo Googlepiù mi ha subito chiesto di approvare un vanityurl.
L'ha fatto con stile, come se ne avessi fatto richiesta un attimo prima. Mi sono irrigidita. Ma in fondo, chi sono io per oppormi al vanity url di Google? Per farla breve, adesso ho questo indirizzo semplice da ricordare: https://plus.google.com/+GattaSorniona.

Ma so già che non ritornerò tanto presto.

Lo so bene, perché il mio profilo Google più mi intristisce tanto e mi viene voglia di cambiare pagina all'istante. Forse è quella sensazione di ordine e di dismissione imminente che emana, non saprei. Una cattedrale in un deserto di cattedrali, in cui tutti preferiscono andare altrove, e forse proprio per gli stessi miei motivi.
E Googlepiù non sarebbe neanche tanto male. L'interfaccia è molto bella, secondo me. Però lo trovo complesso, una complicazione dell'ufficio affari semplici. Un mucchio di funzioni, interfaccia bella e pulitissima, ma nulla che ti faccia sentire "welcome".

Commenti fantasma e bocconcini di bufala online

Allora, adesso i commenti sono spariti dal blog e... non so che farci. Mi sono scervellata: ho tentato di resettare tutto, ho pure rifatto il template da capo. "Rifatto" è una parola grossa: ho preso un modello dei semplici di Blogger e c'ho messo lo sfondo giallo che è cosa nota: dove c'è #ffc c'è blog.
Un minuto netto di restyling/recoding. Un record. Ma tutto inutile, i commenti sono ancora scomparsi. Non so cos'altro fare e l'opzione "basta, mollo tutto e vado su wordpress" si avvicina sempre di più.
Non oggi, non domani, ma la tengo in considerazione.
Cambio argomento, ma rimango sul nerd. Mi ha colpita molto la storia del giovane webdesigner, Giuseppe De Napoli, che ha oscurato il sito web di un cliente che non gli saldava la fattura da mesi, con una schermata di fine sputtanamento che mi ha fatto sorridere: la nemesi della gioventù.
Il problema lo conosco bene. Ho lavori iniziati più di un anno fa che non ho ancora riscosso perché la crisi, perché il momento, perché cippalippa... Le scuse sono tante i piagnistei ancor di più.
Sono vecchia: ho visto gente perdere la dignità piuttosto che saldare cento euro pattuiti, non mi stupisco più di nulla. Anzi, ne approfitto per una pre-auto-marchetta: il mio prossimo ebook parlerà proprio di questo.
Ma torniamo a Giuseppe De Napoli. Bravo, coraggioso, oppure bischero? Comunque sia aggiungerei anche l'aggettivo "strano". Infatti il dominio oscurato risulta essere di sua proprietà. Basta fare un whois qualsiasi per appurare che http://www.agitmediasrl.com/ appartiene proprio alla società di Giuseppe Di Napoli, la Creorin. Quindi De Napoli ha agito sul suo, oscurandosi da solo. Buon per lui, questo lo rende meno sprovveduto. Ora mi chiedo: il tizio debitore (se esiste e se la storia è vera) saprà che in realtà il dominio non è registrato a suo nome?
Mi rimetto a vedere se sistemo i commenti.



Perché la mia esigenza dei commenti in fondo è semplice. Commenti aperti (con possibilità di moderazione), e senza chiedere tante info: nick e url del blog, ma facoltativi. Come ai vecchi tempi, che io ho tanti lurker e commentatori anonimi e Disqus li ha irritati. 

Aggiornamento fondamentale: i commenti di default sono ritornati (miracolo?). Non sono il massimo, ma meglio di nulla...!

Cronaca dell'acquisto di un ebook con i maledetti #DRM Adobe

Ho comprato un ebook protetto da DRM Adobe. Ho sbagliato e non lo farò mai più. Lo giuro solennemente. Ho cliccato con disinvoltura, troppa, ma pensavo davvero di aver acquistato un file di testo vero e proprio, per la discreta somma di quasi €10 (dieci euri).
Per un gruzzolo del genere ti devono dare il file e basta. Invece no, ecco i maledetti DRM Adobe. E io me ne sono accorta soltanto dopo averlo pagato, porca miseria.
Da fedele lettrice di blog come Baionette Librarie e Gamberi Fantasy avevo imparato a stare alla larga dai DRM e da schifarli di default, perché per me vale la regola che se reperire un libro deve creare rotture di scatole allora è meglio passare al successivo e cercare per altri canali, ma sempre con calma e convenienza quello "problematico". Non dico che libro fosse, non ha importanza ai fini del discorso.
Dunque, pago la bellezza di 10 euri e immediatamente ricevo la mail con il link per scaricare il file. Allora accedo alla mia area utente di Ultima Books e scopro che ho appena comprato un file protetto da DRM Adobe e non il libro vero e proprio. Potrò visualizzarlo su 6 "devices" in tutto: 3 fisse e tre mobili, poi rizzati. Ma come, è roba mia, io lo visualizzo dove mi pare, quando mi pare, stiamo scherzando? Possiedo due computer e due lettori di ebook, già son fuori dai giochi. Non esiste.
Comunque clicco sul download dell'epub e invece mi viene fuori un file .acsm. Ma che roba è? Non esiste caricarlo direttamente sul lettore, giammai, prima bisogna installare il programma gratuito (e vorrei anche vedere) Adobe Digital Editions, ma solo dopo esserci crearti un Adobe ID.
Di punto in bianco il mio mac impazzisce (o rinsavisce, dipende dai punti di vista) e non mi fa più collegare ai siti Adobe. Da Twitter apprendo che il problema è solo mio. Allora prendo il mio vecchio portatile con Windows XP (sì io ce l'ho ancora e funziona bene), creo l'ID richiesto, scarico e installo il software Adobe Digital Editions che mi crea una cartella dal nome "My Digital Editions" o giù di lì, dove ci piazza il file epub del libro. Ma è una situazione strana perché quella cartella è tipo un'enclave della Adobe sul mio hard disk. Il mio file epub pagato ben 10 euri non lo posso né copiare altrove, né aprire con Sigil per fare le modifiche al foglio di stile come piace a me.
Eppure la settimana scorsa sempre da Ultima Books ho comprato Mu, l'ultima fatica letteraria di Tommaso Labranca, un file epub, perfetto e semplice che ho aperto subito per sistemare i font come piace a me e infine ho archiviato in Calibre senza tante storie. Ma quello non aveva i maledetti DRM...
Dunque ritorniamo invece al presente con gli odiosi DRM. Quando mi sono resa conto che non potevo aprire il libro che avevo pagato €10 per sistemare i font come piace a me ho moccolato e ho avviato amule scaricando quel titolo in venti minuti scarsi. Non è pirateria, l'avevo già comprato e pagato. Ok?
Poi c'ho pensato e ho deciso di usare il mio file, non quello di altri, perché proprio l'averlo pagato mi dava la certezza che non contenesse errori e poi volevo andare fino in fondo a questa storia.
L'unico sistema però era craccarlo, per eliminare una volta per tutte i maledetti DRM. Un'operazione semplice, come ci ha insegnato a fare il Duca in un tutorial preziosissimo disponibile sul suo blog: Togliere i DRM dagli eBook: guida per principianti.
Ho seguito passo per passo la guida che è precisa e nemmeno tanto difficile. Basta seguire i vari step alla lettera, avere un po' di dimestichezza col computer, ma insomma, nemmeno poi tanta. In pochi minuti ho avuto il mio file epub sbloccato e utilizzabile su Calibre.
A quel punto l'ho aperto per  sistemare finalmente i font come piace a me e ci ho trovato un codice caotico. Ho aperto anche il file che avevo scaricato piratato e ho constatato che a livello di codice e struttura fosse messo molto meglio dell'originale che - ripeto - ho pagato 10 Euro. Porca miseria.

Noi uncool


Punto della situazione di un estate da sfigata.

Noi uncool, per gli amici sfigati cronici, in estate siamo preda di depressioni piuttosto devastanti. Tutti, infatti, hanno delle cose fighissime da fare e una vita sociale incredibile, posti meravigliosi per trascorrerci i fine settimana ed eventi glam in città a sfare. Ho calcolato che in estate il settanta, anche ottanta per cento delle persone che conosco diventa irreperibile e più fumoso del solito al momento di fissare anche un'uscita banale, tipo un cinemino. Ma tant'è, non voglio entrare nell'intimità di questa massa di fortunati con la socialità pregna che mi gravitano intorno facendo sempre cose fantastiche. Potrei sembrare invidiosa. Io la mia estate me la trascorrerò quasi tutta a casa, ho un po' di lavoro adesso e dopo mesi di calma piatta è ossigeno miracoloso, perciò non mi posso muovere finché non finisco l'incarico. E quando finirò sarà già ora di ricominciare. Il che va bene, figuriamoci, meglio così che non aver lavoro. Tuttavia è anche molto deprimente perché non c'è nessuno in giro e un cinema, un aperitivo, una birra in compagnia sono già diventati un problema, come di solito accade nelle due settimane centrali di agosto, in cui regolarmente inizio a parlare da sola di fronte agli specchi di casa. Quindi ho deciso di organizzarmi delle attività da fare a casa, per trascorrere la sera del "quality time" in compagnia me stessa. Accetto suggerimenti, naturalmente; ci sarà pur qualche sfigata o sfigato come me che passi da queste parti... Prima di tutto, come faccio ogni estate da tre anni a questa parte, ho da leggere altri tre o quattro libri del ciclo di Dumarest, la saga di fantascienza di EC Tubb in 33 romanzi, tutta piena di viaggi nello spazio, pianeti di ogni genere con un protagonista davvero figo. Poi sto scrivendo un altro ebook che pubblicherò con le mie edizioni Il Piccione appena sarà pronto, a questo punto a settembre, forse più in là, vediamo.  Non ne anticipo il tema, faccio la misteriosa. Poi...  tempo per il post scaduto in questa pausa pranzo pomeridiana e caldissima. [continua...?]

Appunti da nerd


Leggo sul Corriere che esce il film amatoriale italiano «Dark Resurrection volume 0», liberamente ispirato alla saga di Guerre Stellari. In realtà questo film, anzi: fan film, è il secondo del suo genere e dello stesso regista. Il primo «Dark Resurrection 1» è uscito nel 2007 e all'epoca io me lo sono visto tutto, compreso il film del making of durante il festival della fantascienza di Anghiari. Me lo ricordo bene perché la sala della proiezione era piena zipilla di merchandising per collezionisti di Star Wars: action figures, spade laser, modellini, cazzi e mazzi, ecc. e io non volevo più venir via da lì. Allora presa dall'entusiasmo nerd mi guardai il lungo filmato del dietro le quinte delle riprese, pallosissimo visto che si trattava di una cosa amatoriale, recitata da attori semi sconosciuti se non sconosciuti del tutto, ma grandi fan di Guerre Stellari e che si erano addirittura fatti i costumi da sé e dati appuntamento per girare le scene. All'epoca ci scrissi anche questo post sul vecchio blog, da cui si può vedere il trailer di DR1 che ha conservato intatta la sua vena comica negli anni e pare scritto dai tre autori di Boris, con tutto quel susseguirsi a caso di facce preocupate, basite e sconcertate. Tra gli attori del primo episodio c'era anche il ragazzo fresco di vittoria all'Isola dei famosi, quello spagnolo e bonazzo, Sergio qualcosa mi pare, che si vede pure lui in un'espressione basita.  Tutto questo per dire che non mi sarei mai aspettata un sequel di quella roba, invece mi sbagliavo. E allora mi andrò a vedere, dove, come quando sarà possibile, anche questo secondo film, perché sono nerd dentro e certe cose mi scatenano un certo non so che.

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...