Appunti banali di diario #4


Appena posso vado in giro a pedalare in centro. Ho provato a cambiare itinierario, ma fuori dalla città c'è tutta quella campagna e mi snervo all'istante. Mi manca subito il traffico, l'arno, i parchi e giardini con la natura in dosi omeopatiche, le strade strette del centro storico e le soste provvidenziali alle fontane per bere l'acqua. Lo devo ricordare per le (rare, a dire il vero) volte in cui penso che sarebbe bello abitare fuori città e vivere più a contatto con la natura.
Faccio un mucchio di foto da quando ho scoperto che la mia macchinetta fotografica ha un sacco di funzioni fighissime e posso fotografare bene qualsiasi cosa. C'è pure un'opzione "food" per fotografare i piatti col cibo, ma giuro solennemente di non abusarne mai. La tratterò come un super-potere, la userò solo in caso di estrema necessità. Ecco. Pensavo di essere io quella negata per le foto: sempre e solo colori piatti e perennemente sfocate, se non mosse. Bastava, invece, cambiare le impostazioni. Le maledette impostazioni che sono sempre state lì, bastava solo premere il tasto giusto. Hai un oggetto da tanti anni e sei convinta che sia una cosa da poco. Poi basta qualcuno più sveglio che ti spiega come funziona per superare la mia incrollabile tendenza alla superficialità pigra. E riprendi subito piacere ad usarlo. Me ne devo ricordare anche per altri aspetti della mia vita, non solo per la stupida macchina fotografica.

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