Che spettacolo! Diario di una festa cittadina.


Camminiamo veloce, non vogliamo perdere lo spettacolo.
Ci hanno detto che canterà Bocelli, in riva all'Arno.
O forse proprio sull'Arno, su una di quelle strane piattaforme che sono già in acqua, non abbiamo capito. E in fondo non è che ci freghi un granché di Bocelli, ma lo spettacolo non ce lo vogliamo perdere. Trattasi dell'illuminazione del Ponte Vecchio, nuova di zecca. Una cosa spaziale, a quanto dicono, anche iper-ecologica, frutto di un mecenatismo per nulla ostentato, da signori veri*.
Le spallette dell'Arno sono tutte gremite. La gente si accalca per vedere, nessuno sa in che cose consisterà lo spettacolo. Leggende urbane prendono vita e si estinguono come lacrime nella pioggia. Delle ragazze ci chiedono se davvero ci sia Piero Pelù che si esibisce. Non ne ho idea, anche se spero di no. La mia amica spiega con entusiasmo che sa solo che ci sarà Giancarlo Giannini tra gli ospiti vip. Le ragazze non hanno idea di chi sia Giancarlo Giannini e ci guardano strane.

Non c'è un buco libero nemmeno a pagarlo oro, non si riesce a vedere un cavolo. Dovevamo arrivare prima. Ma eravamo a lavorare, come si faceva?
Si continua con ottimismo lungo l'argine di Lungarno Torrigiani. Ci sono persone in piedi, sui cassonetti della spazzatura o sulle macchine. Dal marciapiede non si vede niente, c'è un muro umano che si accalca compatto. Un toccasana per la mia claustrofobia. Cerco di respirare profondamente e non pensarci: sono all'aperto e va tutto bene, è una serata meravigliosa.
Nel frattempo fermiamoci un attimo in quel bar, per una pipì al volo, suggerisce una voce del gruppo. Come si chiama questo posto? Food & Wine, via de' Bardi. Ci dispiace, ma il bagno lo possono utilizzare solo i clienti, si affretta a dirci il cameriere. Ma è legale impedire l'accesso ai servizi? È un esercizio commeciale pubblico... Mah, nel dubbio prendiamo un vino. Sì nella plastica, conosciamo le regole. No ciccio, non ce lo supercazzolare, il palato ce l'abbiamo funzionante e sappiamo di che si tratta.
Continuiamo a perlustrare lì davanti, ma ancora non c'è un buco libero per affacciarsi. Ma Bocelli? Non doveva cantare? Andiamo verso il ponte Vecchio, ma prima ferminamoci un attimo in quel bar lì. Ma ci siamo appena fermati. Non importa: qui i gestori sono amici, stanno lavorando come dannati. Buon per loro. Non hanno posto sulla terrazza sul fiume. Ma non importa, ci facciamo due prosecchini al volo e si prosegue. Tanto per toglierci dalla bocca quel vinaccio di prima.
Il Ponte Vecchio è stipato all'inverosimile, non tentiamo nemmeno di attraversarlo, allora allunghiamo per Borgo San Jacopo, anche se la vedo dura: c'è un solo affaccio sul fiume, sarà pieno come un uovo. Infatti.
Si prosegue ancora, incrociamo un corteo in costume, con Nardella nel mezzo. Ci schiacciamo ai lati della strada per farlo passare. Il neo sindaco sembra spiritato.
Optiamo per una piccola sosta alla trattoria di amici. Un altro vinello, un'altra pipì e via. Questo sì che è un rosso come si deve. Certo è un Mazzei riserva, parecchio bòno; senti che bouquet, sniffa. Ma voi il cesso del ristorante lo fate usare a tutti? Sì perché? No nulla, lasciamo stare.
Il Ponte Santa Trinita è chiuso: noleggiato per quella serata vip. Un'altra volta a noleggiare questi ponti? La precedente finì con una polemica infinita, su costi, conti e manifestazioni inopportune di potere para-feudale; son recidivi al Comune? Ma che lo so, comunque è per il tizio che ha sborsato per l'illuminazione del Ponte Vecchio*, una festicciola se l'è meritata. Ah, allora se le cose stanno così...
Si passa oltre, fino al locale di altri amici. Rimediamo un posto a sedere, si sente la voce di Bocelli che aleggia sulla città mischiata a mille altri rumori, ma a quel punto siamo già in modalità "vinello & affettati" ché non abbiamo ancora cenato. Bocelli canta cinque secondi, o forse dieci. Non saprei dirlo con certezza, sono presa dalla conversazione e poi non è che Bocelli sia il mio cantante preferito.
La serata continua spedita, le ore passano in conversazione. Ci ricordiamo della festa in città solo perché è pieno di poliziotti e carabinieri che bivaccano svogliati a pochi metri da noi e anche perché, a un certo punto, vengono sparati in aria tre - di numero- fuochi d'artificio. Forse sono parte integrante di quello spettacolo sul fiume che non siamo riusciti a vedere.
Al momento di ritornare al parcheggio, l'addobbo sul ponte Santa Trinita è in fase di smantellamento. Operai stanno smontando la pedana su cui era installata la tavolata lunga quanto tutto il ponte. Un vigilante nervoso fa una parte di merda a un ragazzo che cerca di passare in sella alla bici. Un'amica straniera mi prende per il culo perché tutto ciò viene pagato con le mie tasse. Le ricordo che anche lei ormai vive qui e dunque le tasse sono anche le sue. Lei ribadisce che è qui da meno tempo, onde per cui si è fatta prendere per il culo di meno. Beh, non fa una piega. E poi è tardi e sono stanca, non ho la forza di controbattere.
Fa quasi freddo. Il ponte Vecchio è illuminato, ma sembra uguale a prima.
Quando passiamo da Lungarno degli Acciaiuoli siamo troppo prese in una conversazione fondamentale e si scordiamo di esaminare questa benedetta illuminazione. Ce ne rendiamo conto solo sul lungarno degli Archibusieri, all'angolo di via dei Georgofili, ma a quel punto sono troppo stanca per ritornare indietro.
Ci passeremo un'altra sera.



*Per esempio, uno screenshot a caso:

2 commenti:

Ciao, lascia un commento, se ti va!

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...