Piano d'azione contro lo stress: azzittire le suonerie, allontanare le tastiere e leggere più libri (infine capire bene come funziona la dopamina)

Sto cercando di migliorare la mia vita in modo consapevole. Di solito lascio che i cambiamenti mi piombino addosso quando cavolo gli pare, accogliendoli con l'entusiasmo della condannata a morte. A questo giro però devo cambiare atteggiamento al più presto perché ho una brutta bestia da combattere: lo "stress da multitasking".
Me ne sono accorta piano piano, auto-osservandomi col piglio dell'entomologa in un ecosistema alieno. Anche adesso, mentre sto scrivendo, ho la posta elettronica aperta e sto leggendo un altro blog.
Sono una vittima consenziente di quella voglia irresistibile che ti prende all'improvviso e ti spinge fare un sacco di cose contemporaneamente (e tutte male, naturalmente). E allora non puoi non controllare l'email o whazzup mentre stai facendo qualcos'altro, tipo leggere un libro.
Qualsiasi cosa che tu stia facendo, ti assale quel friccicore alla base del cranio e sulle braccia, e devi per forza andare a vedere se c'è un'email o uno messaggio o un nuovo status imperdibile su Facebook. E spesso, lo sai anche tu, sono cose che potrebbero aspettare, anzi su cui si potrebbe soprassedere senza se e senza ma.
Allora perché è così difficile resistere alla tentazione di controllare il telefono ogni tre per due? Perché quando mi capita di dimenticarlo da qualche parte poi mi sento male al pensiero di perdermi il flusso dei messaggi, anche se, la maggior parte delle volte, ricevo comunicazioni di lavoro di cui potrei benissimo fare a meno?
Interrogativo forse banale, ma che per me è importante perché tutto questo multitasking alla lunga è piuttosto stressante, ti allontana dalle buone abitudini e, dulcis in fundo, non porta a nulla di buono in termini di produttività.
Ho trovato una risposta convincente in un articolo: Why can’t we read anymore? nel quale l'autore si chiede perché gli risulti sempre più difficile leggere libri. Difficoltà che comprendo in pieno, perché anche per me è così, al punto che ho dovuto eliminare fisicamente certe distrazioni da casa mia. Ma di questo parlerò dopo.
L'autore dell'articolo identifica nelle connessioni sociali. Secondo lui sta lì il suo problema di concentrazione che l'ha portato a ridurre il numero delle letture in modo drastico. Tutte quelle continue auto-interruzioni, create dal bisogno impulsivo di controllare computer e telefono anche quando sappiamo in anticipo che al massimo potremo trovare qualche opinabilissima email di lavoro.
Perché?
La risposta che l'autore dà è semplice ed interessante. Le nuove informazioni (non importa quali) creano un afflusso di dopamina nel cervello. La dopamina è un neurotrasmettitore che ci fa star bene. La promessa di nuove informazioni (ripeto:non importa quali) fa sì che il cervello cerchi costantemente quella scarica di dopamina. 
È lo stesso principio di quell'esperimento famoso (ne ho letto sui giornali non ricordo né quando né dove, ma tant'è) con la cavia di laboratorio che, potendo scegliere tra razione di cibo o di dopamina, si buttava sulla seconda ignorando completamente il nutrimento e diventando sempre più dipendente da questo piacere artificiale.
Siamo topi da laboratorio, e vabbè. Mi ricorda qualcosa, specialmente adesso, in questo caldo dopo pranzo in cui vorrei tanto avere delle m&m's tipo classico da sgranocchiare.
Io lo sento spesso questo stress anomalo, una stanchezza data dalla dispersione di attenzione, energie, sprecate nel multitasking quotidiano, che ci spacciano per inevitabile e che invece non lo è per nulla; anzi ci danneggia perché, come dice l'articolo, lavorare in multitasking, con distrazioni ed interruzioni continue, diminuisce la produttività e dà il via libera allo stress.
La buona notizia è che il cervello può essere "rieducato facilmente". Anzi, il ritorno o l'intensificare la lettura dei libri è un ottimo sistema per riportare il cervello sui binari giusti. Questo lo dice l'articolo e posso confermarlo, a volte mi sento di perdere l'abitudine a leggere, solo perché attraverso giorni di attività più intense che comportano anche il fiorire di distrazioni date da messaggi, email e la pioggia di info che arriva dal web che mi fa tenere sempre cinque o sei tab aperte.
Allora come riportare le cose in una giusta prospettiva che ci faccia stare bene?
Io ho cercato di eliminare fisicamente da casa mia le distrazioni, inoltre ho eliminato la suoneria dei messaggi al cellulare che adesso rimane rigorosamente sempre fuori dalla mia stanza da letto.
Inoltre ho spostato una poltrona in una posizione adatta alla lettura, con la luce giusta lontana dal computer, e mi siedo lì per leggere, dove non posso arrivare alla tastiera, nemmeno per un controllino veloce. Mi sto abituando a questo nuovo comportamento: un po' come il cane di Pavlov.


Spolier: la prossima volta affronterò il modo per alleggerire l'esistenza.

La foto è di Anita Pirri e l'ho trovata qui.

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