Fenomenologia della "sindrome da ricevimento di avvisi Equitalia" (SRAE)


Lapo

Campanello.
Posta da firmare.
Sensazione di disagio mentre apri la porta.
Gli occhi scorrono nervosi sul plico, fino ad incrociare l'odiato logo.

Guardi il postino con disprezzo, anche se sai benissimo che non c'entra nulla.
Tuttavia mormori lo stesso un "vaffanculo" a mezza bocca, tanto per gradire.
Il postino non commenta, sa perfettamente che in questi casi è meglio rimanere zitti e andar via alla svelta.

Rimani con la busta in mano.

Il momento di sorpresa amara si dilegua, lasciando spazio a quello di negazione.
"Non è possibile" pensi, mentre con la mente ripercorri gli ultimi mesi da cittadina modello.
"Ho pagato tutto, ne sono sicura".

Non hai il coraggio di aprire la busta e continui a soppesarla tra le mani, mentre rientri in casa.

Hai tutte le ragioni di aver paura.

Hai ancora gli incubi per quelle cartelle da mille euro a botta che ti hanno tolto la serenità di vivere fino a pochi anni fa.

Non è possibile che stia succedendo ancora.

Ti appaiono flash da un passato nemmeno tanto remoto: vacanze disdette all'ultimo minuto, auto (s)venduta per far cassa, lavori in bagno posticipati all'anno del mai.

Ancora adesso ne porti addosso le cicatrici, sotto forma di: massa grassa sovrabbondante, capelli bianchi precoci e disturbi psicosomatici di varia natura. Come se non bastasse non hai ancora potuto comprare una nuova macchina, e hai la doccia tutta sbilenca con la vasca da bagno scrostata.

In più hai dovuto accettare di lavorare in situazioni da denuncia per cercare invano di guadagnare un po' di soldi.

Ma quella era un'altra vita, una vita passata, appunto.

Lontana.

Finita.

Te la sei lasciata alle spalle.

Basta.

Respiri profondamente col cuore in gola, senza riuscire a posare la busta.

Sei al sicuro adesso.

Rilassati.

Adesso è tutto diverso, oggi lo Stato ti deve anche dei soldi che però hai paura di ritirare.

Continui a rigirarti la busta tra le mani, senza trovare il coraggio di aprirla.
Cerchi di ricacciare indietro i fantasmi e ti viene un po' da piangere.

E poi ecco la diarrea nervosa. Lasci la lettera e corri in bagno, moccolando con fantasia toscana.

Col cervello ovattato ritorni alla busta, non la vuoi aprire, la vuoi solo buttare via e dimenticarla per sempre. Ma le tue mani strappano la carta esterna.

Respira, cazzo.

Cerchi il bollettino accluso con il totale... Coraggio, dai guarda.

Solo quaranta euro.

Il mondo diventa leggero.

40...

Aspetta un attimo: qui hai rischiato il coccolone per nulla.

Quaranta miseri, pidocchiosi euro?

Vaffanculo.

Ho appena avuto un mezzo infarto.

Chiudi gli occhi e respiri profondamente, l'angoscia lascia spazio all'incazzatura.

Rileggi il bollettino lentamente, più volte. Non sia mai.

Sì, sono proprio quaranta euro, hai visto bene: quattro-zero.

Vaffanculo.

Esci e vai alla posta a piedi, per stemperare il nervoso.

Paghi i 40 euro.

Solo a quel punto ti viene in mente di guardare che cavolo siano 'sti 40 euro che ti hanno chiesto.

Niente, una cosa del 2009.

Del duemilanove.

Non ho pagato qualcosa, nel 2009.

E si fanno vivi il 20 giugno del 2015.

Stronzi.

Lele


4 commenti:

  1. Coraggio il peggio e' passato.... lo sai.... mapoi perche' quelle foto???? nn capisco... _M__

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono ancora traumatizzata. Quali foto? Lapo e Lele? Niente, così!

      Elimina

Ciao, lascia un commento, se ti va!

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...