Non esistono più le mezze stagioni: ritorno al blog



Ieri si moriva di caldo. Difficile respirare, respirare profondamente gustandosi l'aria che entra nei polmoni. Sconsigliato stare all'aria aperta da tutti i TG, anche se poi chiunque doveva uscire per forza di cose, non è che puoi mandare il robot personale al supermercato o a lavorare al posto tuo, dai. Il caldo percepito, la temperatura reale che infrange ogni record. Sudare copiosamente da sotto il mento. Doccia alle 4 del mattino e poi ributtarsi sul letto senza asciugarsi, sperando di abbassare un po' la temperatura del corpo ché il colpo di calore non è roba da scherzarci.





Poi,



all'improvviso,



l'inverno.




Quello dei mal di testa da frescata, del raschio alla gola, della trapunta, di una cosa calda prima di andare a dormire ché fa bene. Il freddo che è meglio stare a casa stasera. Il bianco no, è meglio il rosso, anche col pesce, chi se ne frega. Chiudi quella finestra per favore.



Vecchiaia.



Tentare con tenacia di attaccare bottone con una signora 82enne in coda dalla fornaia, solo per discutere della fine delle mezze stagioni. Vederla scappar via in bicicletta perché non vuole far tardi a pilates.



Depressione.



Eppure le cose vanno bene, adesso.




Quali cose?




Quelle che di solito mi fanno essere di cattivo umore.




Puoi essere più specifica?



No.



Che cosa ci aspettiamo da questo inverno in arrivo?



Buone letture, buon vino, belle uscite ben selezionate. Tante serate divané.



A cominciare da oggi...



No oggi no, non mi sento un granché. Ho un po' di febbre, ho preso un aulin per il mal di schiena.




Forse dovevi andare a pilates con quella signora.




Forse.

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