L'importanza di imparare l'inglese... a Firenze sud





Firenze Sud.





Tanto verde e tanti pensionati di enti, ultimi sopravvissuti di quella piccola borghesia benestante che ormai non esiste più, decimata da crisi, debito pubblico stellare e precariato.

Qui gli abitanti della mia età, spesso hanno ereditato l'appartamento dai nonni, altrimenti, con gli stipendi di oggi, sarebbe pressoché impossibile permettersi una casa in queste strade.

Mi sveglio con un lieve dopo sbronza. Lo estinguo sul nascere, grazie a un paio di bicchieri d'acqua del rubinetto. È freschissima perché l'acquedotto (negli anni Ottanta era uno dei più moderni d'Europa) è a due passi, e l'acqua non deve attraversare chilometri di tubature vecchie e incrostate di scorie più o meno nocive come accade in altre parti della città.



Dove vivo io, per esempio.




Apro la finestra per godere del verde del giardino.

Invece dalla mia cucina a Novoli si vedono: alti palazzoni pieni di gente che ama stare in mutande, un parcheggio congestionato e i lavori della tramvia.

Si capisce perché apprezzi molto stare qui, aprire la finestra e vedere alberi e foglie verdi. Respiro l'aria del mattino. Da qualche parte arriva odore di caffè.


Ottima idea.


Mi ricordo che sono in una casa disabitata da un mese, il frigo è vuoto e la dispensa pure. Apro per controllare. Negli stipetti: caffè scatolame e barattoli vari, pasta di ogni formato. Nel frigo: alcuni barattoli di marmellata, burro, parmigiano sottovuoto, una mini-mortadella.


Ok, il frigo vuoto è un'altra cosa:






Qui manca solo il pane. Imprescindibile a colazione. Esco a prenderlo a piedi, ho tutto il tempo.



C'è silenzio. Poche auto, parcheggi ordinati.



Conad di via Kyoto.



-...E poi, si sa, oggigiorno questi ragazzi devono imparare l'ingleseeeee... bisogna per forza mandarli in viaggio studio in Inghilterraaaa. Dico bene? Ma io gliel'ho detto alla mi' figliolaaaaa... un mese a Chembriggeeee...

Una signora sulla cinquantina intrattiene una coppia di fronte al negozio.

-...E poi quando tu'ttorni, mettiti sotto a studiareeeee. Perché brava l'è bravaaaa, ma bisogna starle dimorto dietro...

Li schivo, sentendomi dinamica e in forma dopo la passeggiata, ed entro.

Faccio la spesa; tre pomodori quasi 2 euro, porca miseria. Ma come si fa a resistere ai cuori di bue? Trovo il pane, ne approfitto per prendere anche un formaggio spalmabile senza lattosio. Mi viene voglia di marmellata di arance, ma mi pare che ce ne fosse in frigo.

Ho dimenticato la tessera fedeltà. Pago. Esco.

- … Perchééééé questi ragazzi, li devono fare i viaggi studioooo. Chembrigge ha un'offerta didatticaaaaaa...

Gli altri due annuiscono zitti.

- … Poi, per carità, e ci sono anche degli altri posti in Inghilterraaaaa, ma alla fine s'è scelto Chembriggeeeee...

Svolto l'angolo, giro su via Gran Bretagna. C'è una vetrina che voglio vedere.

Come non detto, il negozio non esiste più.

Allora scatto qualche foto della mia vecchia zona che butterò via al prossimo repulisti della sim.



Il silenzio è rotto solo da qualche auto sporadica.



Mi piacerebbe ritornare qui a vivere?

Sì, credo di sì.



Rientro nella via laterale.

Davanti mi ritrovo la coppia che era alla Conad, finalmente da soli. Sono sicuramente marito e moglie, sulla cinquantina portata maluccio.

Rabbrividisco al pensiero che forse solo pochi anni ci separano.



- Mah, – dice lui – io ho parlato con uno... uno che conosco, uno che di queste cose ci capisce...

Lei annuisce emettendo di tanto in tanto un monosillabo di approvazione.

- ...E m'ha detto che questi viaggi studio un servano a nulla...

- Eh.

- Ma proprio a nulla, stanno un mese all'estero e... SI DIVERTONO. Che ha' capito? A Chembrigge a divertissi.

-Ah.

- È meglio un corso di lingua, un corso qui a Firenze di inglese. Tu lo paghi.... mah, 80 euro, e l'è bell'e fatto.

- Eh.

- Imparano uguale, invece di stare un mese fuori a DIVERTISSI.

- Eh.

Giro l'angolo, lasciandomeli alle spalle.

- ...E te lo dico io: altro che Chembrigge a DIVERTISSI...




È l'ultima cosa che sento.

Accelero il passo. L'urgenza di caffè e pane e marmellata mettono in secondo piano tutto il resto.


Sorseggio il caffè in giardino, ascoltando i rumori lievi del quartiere, mentre controllo che le piante siano tutte vive.

Niente hangover. Ottimo.


All'improvviso ricordo che ieri sera, in un pub del centro, ho parlato inglese per quasi tutta la sera.

Mi viene voglia di ritrovare quel tizio per dirgli che, volendo, se li potrebbe anche risparmiare gli 80 euro.


2 commenti:

  1. Un corso da 80 euri... l'immagino con che risultati.... _M_

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