Tommaso Labranca, un ricordo neoproletario



Ci ho messo qualche giorno per riprendermi un attimo e riuscire a scrivere anche io il mio minuscolo, insignificante contributo.

Non lo volevo fare specialmente dopo essere andata a Rogoredo, aver passato una giornata allucinante, aggettivo già usato da Genna, ma non ne trovo altri per descrivere il non-funerale di Tommaso. E anche perché appena ci penso piango a dirotto e allora preferisco cercare, per quanto possibile, di concentrarmi su altro. Poi però mi ritrovo Progetto Elvira in borsa senza rammentarmi di avercelo messo.

Giornata di caldo atroce che ricorderò sempre per lo sguardo infinitamente tenero e triste di Luca Rossi, e per Berry che ho toccato con la punta delle dita per poi ritrarre subito la mano perché mi sa tanto che Tommaso non avrebbe gradito tutte quelle carezze sudate sul suo adorato orso.

Tommaso Labranca era più amato e conosciuto di quanto egli credesse.

Nel mio piccolo mondo neoproletario c'è quell'amica casalinga bor7, tutta figli e weekend in Versilia, che una sera a sorpresa dice: "Tommaso Labranca, certo che lo conosco", tirando fuori dalla libreria La vita secondo Orietta, raccontandomi che le era piaciuto un casino e che bel personaggio fosse la signora Berti.

E infatti Orietta c'era al non-funerale, c'è rimasta per tutto il tempo, accompagnata da un ragazzo elegante, forse il figlio, che si è messo in disparte reggendole la borsa mentre lei consolava la mamma di Tommaso. È stato straniante frenare con dolore l'impulso di "whazzuppargli": ho visto Orietta Berti dal vivo, è bellissima!

E c'è la signora della bottega di alimentari dove vado di solito a comprare il riso, tristissima per la notizia, lei che non ha internet e che si è appassionata a Labranca leggendone gli articoli su Film tv. Tutte le volte che vado a rifornirmi di carnaroli mi domanda di lui, se siano uscite cose nuove. Questo non ho fatto in tempo a raccontarlo a Tommaso, e adesso me ne dispiace un casino perché credo gli avrebbe fatto piacere.

Poi tutto quello che è uscito sulla stampa, gli articoli di commiato, alcuni bellissimi e commoventi. Altri irritanti, scritti senza cognizione di causa: "si era trasferito in Canton Ticino" hanno scritto su Repubblica, ma santo cielo come si fa? Pantigliate, porca miseria, Tommaso stava a Pantigliate. Macché Canton Ticino.

Oppure i coccodrilli incentrati sul trash e basta, ma d'altronde Tommaso l'aveva previsto:
"Se qualcosa rimarrà mai di me sarà la teoria dell'emulazione fallita", scrive in Progetto Elvira, uno degli ultimi lavori, pubblicato con 20090.

Dopo averlo letto speravo con tutto il cuore in una collezione di volumi sui suoi film preferiti, magari con qualche esempio di kinema2, e se non sapete che cosa significa kinema2 andate a leggere 78.08, immediatamente perché non ci sono scuse!

Che sono una fan sfegatata l'ho scritto tante volte. Grazie a tutte le persone che mi hanno contattata, sapendo quanto ci tenessi, a cui ho dato risposte monosillabiche perché davvero non ce la facevo ad articolare un pensiero.

Solo per pudore (e per non essere presa per psicopatica), non gli ho mai raccontato che da una ventina di anni tengo sempre, SEMPRE sul comodino una copia di un suo libro a girare. Perché guai a stare senza, le pagine di Labranca mi ridanno la giusta prospettiva. Anche adesso, accanto a un romanzo mainstream che l'avrebbe disgustato, c'è Mu, il suo libro più tenero.

La mia amica Lena dice: "riusciva a dare un nome e un concetto secco, chirurgico, alle cose che sì, io percepivo come farlocche, ma non riuscivo a mettere a fuoco." 
Ecco i suoi libri mettono a fuoco quello che abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni, e perciò mi servivano, anzi mi servono per stare al mondo, in questo mondo fatto al 90% cafoneria ipertrofica, e dunque li tengo sempre a portata di mano.

Tommaso è profonda erudizione e lucida avanguardia, una miniera di spunti per approfondimenti, letture, ascolti. Uno stravolgitore di prospettive scontate proprio perché quotidiane che riesce sempre a indicare quel punto lontano da tenere d'occhio per comprendere il quadro generale.

Pubblico questo post con titubanza, so per certo che gli avrebbe fatto schifo.

Spero tanto che adesso sia a passeggio nella sua Iperborea, piena di neve ed edifici dalle geometrie regolari.

E mentre lui ritorna nel mistero a cui appartiene, a noi rimane solo di tuffarci e urlare: Italia Uno.

7 commenti:

  1. Bellissimo. Esprime perfettamente le ragioni per cui avevo bisogno di lui. Grazie.

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  2. Conosciuto e apprezzato attraverso il tuo blog mi ricordo ancora una serie di mail inviatemi ai tempi dei tarocchi con Votantonio. Era avanti anni luce. Anche nella dipartita, purtroppo.

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  3. Lo scopro solo oggi, per puro caso, grazie allo zero risalto dato dai nostri media.
    Ho dovuto leggere la notizia su quattro fonti diverse, per accertarmi che non fosse un fake.
    Che dire.
    Sono spiazzato.
    Davvero spiazzato.

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