L'estinzione di Babbo Natale


Quest'anno, al posto delle solite luci natalizie, vanno di moda i proiettori di lucine colorate. Ne ha uno anche il tizio di fronte a casa mia, quello che in estate sta sempre in terrazza, in mutande, a urlare una telefonata dopo l'altra. Invece adesso ha montato sulla balaustra una specie di bulbo che spara fasci luminosi tutto intorno, come in una discoteca vecchio stile.

Quando alla sera rientro a casa, sono accolta da un lampeggiare colorato, e sembra che il cortile sia pieno di mezzi di soccorso operativi.
«Oddio, che è successo?»
Animata da una curiosità morbosa, mi affaccio alla finestra per controllare se siano pompieri o ambulanze.
Poi vedo il proiettore di luci natalizie.
«Ah, già.»
Spara tanti pallini colorati sulla facciata del condominio; sembrano una tormenta di neve con i fiocchi che non ne vogliono sapere di cadere a terra.
Niente da criticare, per carità, per certi versi sono anche affascinanti. Non mi vergogno ad ammettere che il più delle volte rimango incantata a guardare, senza vergogna, quel flash mob caleidoscopico e silenzioso che rimbalza sul vicinato.
Mi ricorda quegli stormi di uccelli, non so che tipo di uccelli siano, che volano sincronizzati.
«Ma che belli, chissà come fanno a muoversi così precisi, senza urtarsi tra di loro» poi ti viene in mente "quel" film e una sottile inquietudine si fa strada tra la stanchezza e la voglia di tisana alla menta.

È il primo anno di questa moda e già i Babbi Natale che si arrampicano sulle facciate stanno soccombendo, a poco a poco.
Ormai se ne vedono pochi, sporadici, piccoli.
Quando c'era il boom era pieno di Babbi Natale free climbing, molti erano a grandezza naturale. A un certo punto hanno iniziato a rimpicciolirsi, di anno in anno.
Adesso sono rimasti solo quelli minuscoli.
Piano piano si estingueranno.
Mi pare giusto.

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