Letture estive: Hyperion


Vorrei consigliare un romanzo che ho finito da qualche giorno. In questo momento non ce l'ho sottomano, non posso fotografarlo magari con tazzina del caffè e zampirone a fianco, così mi devo accontentare di una banale immagine presa da Google, ma davvero ne vale la pena.
Sempre se piace il genere: fantascienza.

È Hyperion di Dan Simmons, primo capitolo di una saga che mi ero ripromessa di non leggere: "mi basta il primo libro, non ho voglia di impelagarmi con gli altri",  "son dei mattoni, meglio qualcosa di più leggero", "non ho più l'età per entusiasmarmi per robe così"...
Bischerate.
Adesso c'ho la scimmia, devo attaccare il secondo al più presto sennò sto male e mi formicola la pelle, come quando smisi di fumare.
Nell'impossibilità di farlo adesso - maledette pause pranzo lontane da casa - scelgo di parlarne, magari faccio qualche proselito.
Sì, lo so, è un classico della fantascienza, avrei dovuto leggerlo eoni fa.
Ma non l'ho fatto.
Di cosa parla?
Un attimo.
Prima di tutto c'è un incipit strepitoso:
Nella loggia della sua astronave color ebano, il Console dell'Ege­monia suonava, su uno Steinway antico ma ben conservato, il Pre­ludio in Do diesis minore di Rachmaninoff; in basso, fra le paludi, enormi creature verdi simili a sauri si agitavano e mugghiavano. A nord s'addensava un temporale: nuvoloni d'un nero livido face­vano da sfondo a una foresta di gimnosperme giganti; stratocu­muli torreggiavano a nove chilometri d'altezza nel cielo violento. Più vicino alla nave, vaghe sagome a forma di rettile urtavano di tanto in tanto il campo d'interdizione, mandavano un grido e s'al­lontanavano rumorosamente nella nebbia color indaco. Il Console si concentrò su un difficile passaggio del Preludio, senza badare al temporale e alla notte in arrivo.
Non so se sia il migliore che abbia mai letto, ma sicuramente è quello che mi ha colpita di più, facendomi venir voglia di stare a bordo di quell'astronave, "parcheggiata" in un mondo remoto, ad ascoltare la tempesta.
E la trama?
Sette pellegrini sono i prescelti per portare a termine una missione sul pianeta Hyperion che sarà suicida per la maggior parte del gruppo. Non sanno perché proprio loro e durante il viaggio ciascun pellegrino racconterà agli altri la propria storia per cercare di capire. Tutte le storie sono connesse al pianeta Hyperion. E sono storie bellissime, alcune strazianti, dove prende vita l'universo narrativo di Dan Simmons che mi ha conquistata e in cui trascorrerò l'estate.

Nessun commento:

Posta un commento

Ciao, lascia un commento, se ti va!

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...