Brevi recensioni di 3 libri letti



Sottomissione di Michel Houellebecq, ovvero l'uomo che invecchia nel peggior modo possibile (sì, è un superficiale giudizio estetico sullo scrittore che col passare del tempo, da omino sobrio si sta trasformando in strega disneyana).
L'uomo è cacciatore, opportunista e piuttosto rincoglionito. La donna, se è furba, se la dà a gambe levate, altrimenti diventa badante oppure oggetto sessuale, dipende dall'età. Comunque sempre sottomessa (Houellebecq lo ripete di continuo, durante tutto il romanzo). La vita è una merda. Poi ci sono gli islamici subdoli: arrivano, dominano facilmente, tanto i francesi sono così rincoglioniti.
Citazione bor7: "...il passato è sempre bello, e in effetti anche il futuro, a far male è solo il presente, che portiamo con noi come un ascesso di sofferenza che ci accompagna tra due infiniti di quieta felicità."
Effetti collaterali: noia per la trama bolsa, senza guizzi di alcun tipo. Ma anche la voglia di andare a vedere dal vivo la statua della Vergine nera di Rocamadour, davvero inquietante.
Dal punto di vista della critica all'Islam (pare sia l'argomento del momento) ho trovato Piattaforma molto più incisivo di questo Sottomissione, che a suo termpo mi piacque molto di più come romanzo.



Tutte le famiglie sono psicotiche di Douglas Coupland. Narra le vicende di una famiglia putrida. Un'accozzaglia di gente imparentata tra loro che si ritrova in Florida in occasione della partenza della figlia per lo spazio. Un gruppo umano allo sbando, dove abbondano: sieropositività, cancri e malattie varie. È l'assenza di salute la costante che unisce questi personaggi tra loro, molto più dei legami di sangue. Anche la Sam Cristoforetti della situazione, che il genio della famiglia, è affetta da un handicap che la unisce idealmente ai suoi consanguinei.
Una lettera misteriosa e una serie infinita di contrattempi creano la trama di questo romanzo che mi ha ricordato un po' Pulp Fiction un po' certi telefilm sui generis che amo molto. Solo lavorando di immaginazione mi sono fatta piacere questo romanzo che non è un capolavoro ma regala momenti piacevoli. La trama è solo un pretesto per mettere in scena i vari personaggi e le loro dinamiche, alla fine ti frega il giusto anche di scoprire chi vive e chi muore. Carino, dai.



Anna di Niccolò Ammaniti. Un virus simile alla peste ha sterminato tutti gli adulti. Il mondo è popolato solo di bambini che possono sopravvivere soltanto fino all'adolescenza, età in cui la malattia misteriosa si presenta e agisce inesorabile. Il mondo è dei bambini. Anna vive col fratello in quel che resta della Sicilia devastata dall'epidemia. Lei e il fratello Astor abitano nella casa dove è morta la loro madre e conducono un'esistenza allo stato brado. Anna, prossima all'adolescenza e dunque al virus letale, cerca di raggiungere il continente dove potrebbero celarsi gli ultimi adulti rimasti. Avventure varie in un'isola in cui sono rimasti solo i bambini e le rovine della civiltà passata. Una specie di Signore delle mosche, con dinamiche simili.
Una sensazione di malessere mi ha accompagnata durante la lettura di questo romanzo, dalla prima all'ultima riga. Amo le storie sulla fine del mondo, ma devono essere popolate di adulti, non di bambini abbandonati a loro stessi, ci sono dei momenti strazianti, alternati a scene paradossali. È davvero un bel romanzo, scritto bene. Ammanniti è tra i miei preferiti. Bravo.






Ansia da prestazione

Più sto lontana dal blog, più è difficile rimetterci le mani i polpastrelli. In questi mesi scrivo niente, non perché ho abbia fare più del solito, ma solo perché sono viva e mi va di fare altre cose che lì per lì mi piacciono di più. Poi però penso ai momenti del dopo pranzo, quando vengo qui a raccontare le piccole e futili cose della mia vita e poi mi soffermo a leggere quelle degli altri selezionatissimi, come si faceva una volta. Allora mi ricordo che questo è ancora il mio hobby preferito e che dovrei dedicargli più tempo, perché mi piace ancora molto, ecc. E giù sensi di colpa. Sensi di colpa come se piovesse. Invece mi ero presa solo una pausa. Dai.

Non esistono più le mezze stagioni: ritorno al blog



Ieri si moriva di caldo. Difficile respirare, respirare profondamente gustandosi l'aria che entra nei polmoni. Sconsigliato stare all'aria aperta da tutti i TG, anche se poi chiunque doveva uscire per forza di cose, non è che puoi mandare il robot personale al supermercato o a lavorare al posto tuo, dai. Il caldo percepito, la temperatura reale che infrange ogni record. Sudare copiosamente da sotto il mento. Doccia alle 4 del mattino e poi ributtarsi sul letto senza asciugarsi, sperando di abbassare un po' la temperatura del corpo ché il colpo di calore non è roba da scherzarci.

La fase Love


Stamani mi sono svegliata in piena fase love.

Quando inizio la giornata così me ne accorgo subito. La percezione del mondo si scalda ed è come se indossassi degli occhiali con le lenti arcobaleno. Apro gli occhi guardo fuori ed esclamo con sincero entusiasmo: "Che bella giornata!".

Indipendentemente dalle condizioni meteorologiche.

Chiari segnali di odio materno


Mia madre mi ha mandato un coppino* di insalata di riso dalla campagna tramite mio padre, "sceso" in città a controllare la casa.
Sono rimasta attonita.

Dietro le quinte: fanfiction sorniona


Ecco il mio nuovo libro di racconti dedicati a Real Time (e DMAX). Si tratta di tre racconti di fanfiction, ispirati ai programmi dell'estate scorsa che mi sono piaciuti di più.

L'Alba dei farabutti sul serio: non è stato un cavolo di sogno. Ma io sono innocente?

Mi sono svegliata di soprassalto, nel cuore della notte, con l'affanno, dominata da una sensazione sgradevole e le giunture del corpo doloranti. Era come se avessi fatto uno sforzo abnorme, tipo trascinare una carriola stracolma di terriccio umido lungo una salita.
Non riuscivo a ricordare l'incubo che mi aveva svegliata così male.
Perché doveva essere stato per forza un incubo, di quelli massici.

La Sam


Samantha si dà un'ultima occhiata allo specchio. Ha indossato il vestito mini, quello con lo spacco giropassera e gli inserti in oro. Ai piedi sandali alla schiava con tacchi altissimi. Anche quelli dorati. Avvicina la faccia allo specchio fa una smorfia lenta: niente residui di rossetto sui denti. Poi controlla i tatuaggi. La luna sulla spalla, il cuore col nome della figlia sulla tetta, il tribale maori intorno al bicipite. Tutto a posto. Guarda l'orologio per l'ennesima volta, gli ospiti stanno per arrivare.

In libreria (ogni tanto dalla parte del cliente): commessi negati #2

Vado in libreria a comprare una copia di American Psycho, mi è venuta voglia di rileggerlo dopo tanti anni.
Prima di avviarmi all'uscita mi fermo a spulciare la sezione dell'usato, come faccio sempre. E in alto, in bella vista, La vita sessuale delle gemelle siamesi a metà prezzo. È in ottimo stato, non sembra nemmeno di seconda mano.

Nuove frontiere degli autori "indie" che si montano la testa: l'auto-intervista



Oggi incontriamo Gattasorniona. Buongiorno Gatta.
Buongiorno caro intervistatore fantasma, è sempre un piacere incontrarti.

Hai scritto un libro sul precariato. Il tema è abusatissimo non ti sembra un po' stantio?
Sì, in effetti lo è. Tuttavia quando si parla di precariato e di problematiche sul lavoro, l'approccio è sempre dalla parte del lavoratore sfruttato, dei governi che erodono i diritti dei cittadini, degli imprenditori vessati e disposti a tutto - sfruttamenteo compreso - pur di risparmiare sulle spese.
Ne L'alba dei Farabutti ho cercato di raccontare un altro aspetto della questione di cui secondo me si parla poco: gli imprenditori incapaci. Quelli che proprio non è il caso che... Infatti LADF è la storia di un sedicente imprenditore, ma che in realtà non lo è. Gli mancano i numeri minimi per esserlo, anche se lui è convinto del contrario e di essere la versione sfortunata (perché italiana) di Steve Jobs. Quindi no, non si tratta del il classico racconto sul precariato.

Hai provato a inviarlo a qualche casa editrice?

E all'improvviso: 19 gennaio 2000


...quando comprai un personal computer per L. 2.598.048 (iva compresa). Un furto legalizzato per i parametri odierni, btw.

Alla Posta (Episodio 2)

Stamani mi trovavo in un ufficio postale pieno di gente. Età media 70 anni abbondanti. A un certo punto un'impiegata esce fuori dalla stanza per salutare un amico che si trovava nella fila. Iniziano a chiacchierare a voce alta del più e il meno. Poi il discorso vira sulle mega pensioni di certi ex politici e amministratori vari che, insomma, andrebbero abolite, anche solo per dare l'esempio, vista la crisi, i sacrifici immani a cui vegono sottoposti gli italiani tutti i giorni, ecc.

La teoria della classe disagiata - recensione + flusso di coscienza

  Ho finito di leggere La teoria della classe disagiata di Raffaele Alberto Ventura, edizione Minimum Fax. Una lettura che mi ha messo addo...