- E per il food come facciamo?
- Il food?
- Sì, come facciamo per il food?
- Il rinfresco, dici?
- Conosci qualcuno?
- In che senso?
- Uno spacciatore di fiducia [fa le virgolette con le dita].
E per il food come facciamo?
READY
Il George Clooney fiorentino dell'arte*
Fenomenologia dell'amico artistoide
L'amico artistoide, come se nulla fosse, chiama sei volte di seguito sul cellulare in orario di lavoro (il tuo). Quando lo richiami preoccupata che sia successo qualcosa di grave, lui dice scocciato: "no, no, niente volevo solo he tu mi girassi quell'email, quella con la foto di Tizio che ti mandai l'anno scorso... bla bla bla". Poi si inacidisce se non ti ricordi di che sta parlando e gli dici che sicuramente hai cancellato l'email a suo tempo.
L'amico artistoide ha vissuto due anni a Londra, ormai quasi trent'anni fa. Tuttavia continua a parlare usando una quantità spropositata di parole in inglese, confondendosi continuamente con la sintassi italiana.
L'amico artistoide non ha mai lavorato in vita sua. Vive di rendita: cinque o sei appartamenti affittati in città, però non ha mai un soldo in tasca e ha un braccino corto leggendario. Si lamenta sempre di come sia tutto troppo caro, ché quando c'erano ancora le lire...
L'amico artistoide è indignato perché in Italia il "lavoro intellettuale" non è rispettato (in effetti ciò è vero per TUTTI i lavoratori), ma poi storce la bocca e s'offende se l'amico avvocato gli manda una parcella onesta per una bega con un affittuario che gli ha risolto in quattro e quattr'otto.
L'amico artistoide non chiede mai "quanto costa?" ma poi ha crisi di panico isterico al momento del conto: di qualsiasi conto, anche una spremuta di arance al bar.
L'amico artistoide ha litigato a morte per motivi oscuri con l'amico frikkettone*: se c'è uno non c'è l'altro e questo ci fa piacere.
L'amico artistoide una volta ha confessato di essersi pentito dei tatuaggi che ha addosso, specialmente di quella specia di corona maori intorno al bicipite che adesso ha perso tutto il tono muscolare.
Spero che l'amico artistoide non sia tra i lurker che conosco e che leggono questo blog (mi scappa da ridere)**. Credo di no perché odia la tecnologia che reputa inutile e alienante: il computer, internet e i social media li usa solo per auto-promozione (=spam).
L'amico artistoide compra il Manifesto e vota il Movimento Cinque Stelle. L'amico artistoide segue la dieta Dukan dicendo che si tratta di un metodo americano e glissando se gli si fanno domande specifiche. L'amico artistoide espone sempre gli stessi quadri in vari locali in città e si offende a morte se salti un'esibizione dicendo che tanto hai già visto i suoi lavori. L'amico artistoide fa anche delle performance di danza orientale che si autoriprende e pubblica su youtube, contando in modo spasmodico gli accessi e inviando email che annunciano ogni nuovo video: "strano solo dodici visualizzazioni, eppure ho mandato l'email a più di centoquaranta persone..."
* L'amico frikkettone era una presenza costante del vecchio blog, adesso ne rimangono tracce solo nell'ebook: "Gattasorniona The Anthology" (scaricabile gratis).
** Col tempo i lettori che mi conoscono sono aumentati; tutti lurker che poi mi scrivono in privato e che, lo ammetto, troppo spesso limitano gli argomenti di cui ho voglia di parlare qui. Forse dovrei cominciare a fregarmene di più.
Ovaie sfrangiate
Il bestemmiatore lapidato (da wikip.) |
Purtroppo - è uno dei miei tantissimi limiti - ho difficoltà a raccontare le cose che mi sono piaciute. Mi sento più a mio agio a scrivere di esperienze negative, specialmente se hanno dei risvolti paradossali o grotteschi, non so perché. Ci fosse uno psichiatra all'ascolto e avrebbe voglia di spendere due parole, beh, è il momento giusto. Tra l'altro scambiando opinioni tra blogger mi sono resa conto di essere in buona compagnia, quindi sarebbe anche un servizio collettivo.
Così il post di oggi è sul nulla, però mi serve a stemperare un po' di depressione "da ritorno" che mi sta affliggendo. Infatti sono stata all'estero per pochi giorni e adesso mi trovo nella fase immediata del post-rientro col cuore in quella città del nord Europa dove tutto sembra funzionare meglio e dove la vita è senza dubbio più tranquilla e stimolante che da queste parti. Giornate belle di cui non racconterò quasi niente per i motivi di cui sopra.
Mentre ero a visitare luoghi in cui non ero mai stata, mi ha telefonato la commercialista per informarmi che ho un debito con i miei datori di lavoro di 20 euro (non direttamente con loro, ma la faccio breve). Si sono lamentati? No, il problema non sono loro, è lo Stato italiano, se non risolvi la faccenda, ha detto. Altrimenti l'anno prossimo ti ritroverai alle prese con una grana burocratica di quelle rognose, che potrebbe evolversi in chissà che, non vale la pena per soli 20 euro. Allora ho distolto lo sguardo da tutta quell'Art déco che mi riempiva la vista ed ho moccolato con la solita fantasia toscana, ché in questi casi è l'unica cosa che mi fa stare meglio. Poi ho chiamato il lavoro e, naturalmente, mi hanno detto chi se ne frega, la prossima volta metti in conto 20 euro in più e via... Lo so, ma per correttezza, vi devo avvertire. Poi ho moccolato ancora e ho ritelefonato alla commercialista che ha detto ok ma è meglio che tu passi in settimana da qui, tanto ritorni a Firenze a breve, vero? Vero, ho risposto moccolando ancora, ma questa volta sommessamente.
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